33. Da Monteriggioni a Siena

3. Da aosta a chatillon

Benché Dante Alighieri citi Monteriggioni nel XXXI canto dell’Inferno, la vista delle sue mura regala una sensazione di elevazione celestiale. Doveva essere così per i pellegrini medievali e lo è altrettanto per i viandanti contemporanei di questa tappa, tra le più spettacolari dal punto di vista paesaggistico e tra le più ricche sotto il profilo storico e culturale per i suoi punti di partenza e di arrivo. 
Poco meno di 19 chilometri di incomparabile bellezza. Qui, persino il colore della terra è unico, fino a diventare un paradigma: Terra di Siena, appunto. Ogni passo regala la visione di qualcosa di meraviglioso, che desta, cioè, stupore e ammirazione per la perfetta armonia tra la natura e l’opera dell'uomo, che ha punteggiato le colline di torri e castelli, vigneti e uliveti e, bonificato il piano, lo ha reso un fertile granaio. Tra una salita e una discesa, tra un boschetto e un campo aperto, lo sguardo, oggi come nel Medioevo, è attratto dalle svettanti sagome della Torre del Mangia e del campanile del Duomo.
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